L’importanza del termodisinfettore prima dell’autoclave: sicurezza e conformità .
La sterilizzazione degli strumenti chirurgici è un passaggio cruciale nella pratica odontoiatrica e chirurgica, fondamentale per prevenire infezioni crociate e garantire la massima sicurezza per pazienti e operatori. Tuttavia, numerosi studi hanno dimostrato che il semplice passaggio in autoclave potrebbe non essere sufficiente se gli strumenti non sono stati correttamente puliti e disinfettati in precedenza.
Secondo il Prof. Rutala, docente presso l’Università del North Carolina (USA) e autore delle Linee Guida CDC, l’impiego di un termodisinfettore prima dell’autoclave rappresenta un passaggio essenziale. Il termodisinfettore combina l’azione meccanica, chimica e termica, garantendo una rimozione del 99,999% di batteri vegetativi e spore, comprese le specie patogene associate a malattie derivanti dall’uso di strumenti contaminati.
Perché il termodisinfettore fa la differenza
Gli strumenti chirurgici, anche dopo un lavaggio manuale, possono trattenere residui organici e microrganismi resistenti. L’uso del termodisinfettore comporta vantaggi tangibili:
1. Riduzione massima della carica microbica: la combinazione di temperatura elevata e detergenti specifici permette di eliminare quasi completamente batteri e spore, che potrebbero sopravvivere a un semplice ciclo in autoclave.
2. Protezione aggiuntiva del paziente: strumenti perfettamente puliti riducono drasticamente il rischio di infezioni crociate, fondamentali in ambito odontoiatrico e chirurgico.
3. Sicurezza del personale sanitario: la manipolazione manuale di strumenti contaminati è limitata, riducendo l’esposizione diretta a microrganismi pericolosi.
4. Conformità alle normative: l’uso del termodisinfettore è pienamente conforme alle principali norme europee, tra cui UNI EN ISO 15883-1/2 e CEN ISO/TS 15883-5, garantendo un processo standardizzato e certificato.
Confronto tra l’uso e il non uso del termodisinfettore
| Con termodisinfettore Senza termodisinfettore
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| Rimozione del 99,999% di batteri vegetativi e spore | Presenza residua di batteri e spore anche dopo l’autoclave |
| Riduzione drastica del rischio di infezioni crociate | Maggiore rischio di contaminazione e possibili complicanze |
| Processo standardizzato e conforme alle normative europee | Difficoltà a garantire piena conformità e documentazione |
| Maggiore sicurezza per pazienti e personale | Sicurezza ridotta e necessità di controlli aggiuntivi |
| Protezione costante anche in caso di errori nel carico dell’autoclave | Il rischio di contaminazione aumenta se l’autoclave non è ottimale |
Implicazioni pratiche
Il passaggio in autoclave rimane fondamentale, ma l’uso del termodisinfettore non è un optional : è un passaggio critico che assicura che gli strumenti arrivino all’autoclave con una carica microbica già drasticamente ridotta, permettendo alla sterilizzazione finale di essere più efficace e affidabile. In altre parole, il termodisinfettore prepara lo strumento alla sterilizzazione, riducendo drasticamente il rischio di fallimento del ciclo autoclave.
Il Prof. Rutala sottolinea inoltre che la combinazione di termodisinfettore e autoclave permette di soddisfare non solo le linee guida CDC, ma anche gli standard europei di riferimento, rendendo il processo sicuro, ripetibile e certificabile.
Integrare il termodisinfettore prima del ciclo di autoclave significa adottare un approccio scientificamente supportato, che garantisce:
La massima riduzione della carica microbica, comprese le spore più resistenti;
La conformità alle normative internazionali;
La protezione di pazienti e operatori;
Una maggiore affidabilità del processo di sterilizzazione.
In sintesi, il termodisinfettore non è solo un passaggio aggiuntivo, ma un elemento chiave della sicurezza sanitaria, capace di fare la differenza tra un ciclo di sterilizzazione sicuro e uno potenzialmente a rischio.
